UNO SGUARDO D�INSIEME AL TERRITORIO DELLA VAL SANGONE
Il territorio preso in considerazione dalla nostra relazione si trova allo sbocco della Valle Sangone.
La Valle Sangone � compresa fra i displuvi che la separano a Sud dal Chisone ed a Nord dalla Dora Riparia. Essa � caratterizzata da un gruppo di vallette che si dipartono a ventaglio dal fondo valle e che raggiungono l�arco formante la catena detta delle alpi Giavenesi. Le sue cime non superano i tremila di altitudine, comunque presentano aspetti turistici ed alpinistici di notevole interesse. Il confine occidentale comprende le vette di maggior rilievo, quali quelle del Rocciavr�, Robinet, il Pian Real, la Punta dell�Ila.
La zona sotto il profilo geologico, presenta una certa complessit�, ed � costituita in prevalenza di calcescisti del mesozoico, di pietre verdi, di gneis e di micascisti.
Il grandioso anfiteatro solcato dal Sangone e dai suoi affluenti si presenta sotto l�aspetto di un parco immenso fasciato da praterie, boschi e pascoli. La zona � ancora abbastanza ricca di fauna: fra i predatori si pu� notare la volpe, la faina, la martora, il tasso e l�ermellino. Fra la selvaggina abbiamo la marmotta, la lepre e lo scoiattolo. Tra la fauna alata abbondano i passeriformi e sono anche ben rappresentati i predatori. Le ricchezze della vegetazione ospita le innumerevoli variet� della flora montana italiana e numerosi anche i funghi, una tipica produzione della valle.
Come tutte le valli alpine anche la Val Sangone � ricca di minerali e principalmente il ferro, le cui miniere sono segnalate sin dal lontano 1430.
I primi abitatori della zona furono di origine Celto-Ligure, che si amalgamarono successivamente, circa quattro secoli prima dell�era cristiana, con trib� provenienti dalla antica Gallia. Numerosi massi erratici, sparsi un po� ovunque nella valle, recano evidenti impronte, lasciate dai popoli di pastori dell�epoca. In queste valli raccolte ed appartate modesti sono i segni che ci sono rimasti dell�Impero di Roma. All�opposto, il successivo periodo medioevale � ricco di monumenti e di memorie storiche, quali il passaggio dell�esercito di Carlo Magno. Anche la dominazione francese fu determinante nella storia della vallata e molte furono le lotte e le imprese ai danni della popolazione locale .
Il Lago Piccolo di Avigliana, la catena montuosa della Cristalliera (sx) e, sotto, la conca di Giaveno, visti dal Moncuni, la vetta pi� alta della Collina Morenica. Sullo sfondo (dx) il "Rocciamelone" m. 3535.
LOCALIZZAZIONE DELL�INDAGINE
I CRITERI
I criteri che abbiamo utilizzato per la scelta del sito da studiare sono stati i seguenti:
1) l�area deve essere significativamente rappresentabile nei 600 ha.
2) deve esserci stato un certo sviluppo negli ultimi 40 - 50 anni.
3) deve essere o essere stato di importanza strategica per lo sviluppo della Provincia di Torino.
4) deve essere possibile raccogliere materiale adeguato per lo svolgimento dello studio.
5) deve essere preferibilmente facile da raggiungere da chi si occuper� dello studio.
6) deve incorporare in s� tutti quei fenomeni di urbanizzazione tipici dello sviluppo economico-industriale e residenziale.
7) non deve rappresentare un caso particolare ma essere il simbolo pi� significativo di quanto accaduto nel tempo nella maggior parte dei comuni della cintura di Torino.
8) fosse gi� stato interessato da progetti o iniziative del WWF.
LA SCELTA
In base ai criteri sopra elencati il sito individuato � un�area corrispondente per la quasi totalit� al territorio del
COMUNE DI BRUINO
Provincia di Torino
I comuni confinanti interessati marginalmente sono:
Comune di Rivalta
Comune di Piossasco
Comune di Sangano
Comune di Villarbasse
SEZIONE STORICO GEOGRAFICA DEL COMUNE DI BRUINO
Altitudine 320 m s.l.m.m.
Superficie kmq 5.59.
Il territorio comunale di Bruino si estende nella piana solcata dal Sangone, che funge da confine naturale nella parte settentrionale.
Il Comune � solcato da canali irrigui (detti bealere) che risalgono al 1920 circa, derivati dal Lago Piccolo di Avigliana, ed � tagliato da due importanti arterie: la statale dei Laghi, Pinerolo-Avigliana e la provinciale proveniente da Orbassano, le quali confluiscono esattamente nel centro abitato, dominato dal Castello che fu dei Malines.
Sorto in epoca longobarda lungo le sponde del Sangone, il Villaggio rurale di Bruino, conobbe anticamente una storia ricca di avvenimenti. Dopo la diffusione del cristianesimo la chiesa di Bruino fu ricompresa nella corte di Sangano, dipendente dal monastero di San Solutore, fondata nel 1200 d.C. dal Vescovo Gezone. Bruino fu quindi feudo ecclesiastico con la sua piccola chiesa, in futuro dedicata a San Martino.
Soltanto dopo il XII secolo con la donazione a favore del Conte Tommaso II di Savoia, il feudo divenne laico. Ed � proprio nel 1252 l�anno che determin� il sorgere del dominio di casa Savoia sul Piemonte e su Bruino. I Savoia investirono nel corso dei secoli numerose famiglie locali, che divennero i signori di Bruino. I Braya, i Dr�, i Borghesi, i Canalis, per passare attraverso i De Olmos a giungere fino al 1602 quando venne investito il capostipite dell�ultima famiglia feudale di Bruino i Malines, che esercitarono la signoria su Bruino sino all�epoca napoleonica.
Successivamente le vicende bruinesi seguirono quelle dei domini Savoia, adottando la forma delle municipalit� del Regno.
I bruinesi vissero i secoli della loro storia grazie all�agricoltura e all�allevamento. Vi erano poi alcuni artigiani di chiara fama, come i produttori di pani e abiti, nonch� falegnami e i carpentieri.
I centri della vita paesana furono certamente il castello, ma anche i diversi cascinali sparsi per la campagna bruinese, di propriet� delle famiglie pi� numerose e pi� ricche. Soltanto nel XX secolo, Bruino cominci� gradatamente a mutare.
Negli anni �40 diede il suo contributo alla lotta per la liberazione e don� molti giovani alla Resistenza contro i Nazifascisti.
In seguito si insediarono i primi insediamenti industriali e la popolazione crebbe suddividendosi nei vari Villaggi.
Oggi Bruino conta circa 6700 abitanti. Gli edifici di maggior rilievo storico, oltre al Castello, sono la cappella della Rivarossa e la Cappella dei Tonda.
L�economia si compone ancora di una quota di agricoltura sempre pi� marginale che produce cereali e foraggi consentendo quindi l�allevamento del bestiame (quasi esclusivamente bovino).
Un tempo Bruino era famoso per il vino Tokaj; ora la coltivazione di vitigni di origine ungherese � molto circoscritta.
Nell�ampia zona industriale abbiamo stabilimenti per profilati e tubature metalliche, per impianti frigoriferi e termici; per prodotti chimici e farmaceutici; per stampaggio lamiere; officine meccaniche, carpenterie in ferro e concerie.
� pure rappresentato il settore delle materie plastiche, delle manifatture tessili e delle carni.
In localit� Gerbole sorge un aeroporto civile ormai in disuso.
Esistono una casa di cura, specializzata in malattie nervose, e alcune case di assistenza ed accoglienza per anziani.
INTERVENTI DEL WWF NEL COMUNE DI BRUINO
Il Comune di Bruino � stato interessato dall�operazione "BOSCO PULITO" nel 1996 e dall�operazione "Sangone Pulito" nel 1997, organizzate entrambe in collaborazione con l�Amministrazione Comunale ed i cittadini nell�occasione intervenuti numerosi. Collaborazione nella realizzazione di un progetto di recupero ambientale di un�area adiacente al Torrente Sangone, utilizzata dagli abitanti delle case circostanti come luogo di discarica di inerti e di ramaglie (vedi foto 26).
LO STUDIO
STUDIO DELLA FOTOGRAFIA AEREA RELATIVA AL 1955
La fotografia aerea si riferisce al Giugno 1955 .
Da un primo giudizio qualitativo si pu� vedere come l�attivit� prevalente sia l�agricoltura. Si notano i campi ben delimitati arati e coltivati e un certo numero di cascinali isolati dal centro vero e proprio del paese. Le case sono situate ad una distanza di sicurezza dal Torrente Sangone, che conformemente alla sua natura torrentizia inondava periodicamente alcune aree limitrofe.
Il procedimento seguito per l�individuazione delle aree edificate ha comportato qualche difficolt� per il perimetro frastagliato del centro storico e per l�individuazione puntuale dei singoli cascinali che si confondono con il contesto .
Abbiamo stimato che la scala della fotografia sia di 1 : 14500.
STUDIO DEL PIANO REGOLATORE DEL 1979
Appare evidente come la situazione rispetto al 1955 sia notevolmente mutata e siano perfettamente individuabili le nuove aree industriali e residenziali ancora in piena espansione. Risulta chiara la scelta di separare le due zone suddette, ma lo sviluppo accelerato comporta una integrazione e commistione di elementi che nel tempo possono causare seri problemi di coabitazione.
Abbiamo quasi sempre ampie strade tra i fabbricati e vie estremamente strette nelle zone residenziali, frutto di una pianificazione sommaria, scarna di cultura rispetto alla adeguatezza dei servizi e quindi spesso lasciata in mano agli speculatori. Anche l�imponente domanda di case ed alloggi dovuta alla presenza di molti sbocchi lavorativi (FIAT Rivalta ed indotto) e alla vicina citt� di Torino (circa 15 km), chiarisce il perch� di questo notevole sfruttamento dei lotti.
STUDIO DELL�ORTOFOTOCARTA DEL 1991 E QUADRO DELLA SITUAZIONE ATTUALE
Condizioni esteriori dell�edificato
Zona industriale.
L�aspetto della zona industriale � quello tipico delle aree intensamente cementificate, ben poco terreno rimane scoperto. Le strade sono quasi totalmente asfaltate; il manto appare tuttavia molto logorato per l�intenso traffico di autoveicoli e mezzi pesanti. Esistono ancora alcuni lotti non edificati coperti da una fitta ed intricata boscaglia di robinia e rovi spesso occupati ai margini da numerose discariche abusive (vedi foto 25).
Gli edifici, che nella maggior parte dei casi occupano una percentuale consistente del lotto (maggiore del 70%), sono costituiti dal capannone principale pi� eventuali altri secondari ed in molti casi da una costruzione a uno o due piani dove trovano posto gli uffici e la residenza dei custodi o dei proprietari dell�attivit�.
L�aspetto varia a seconda dell�et� delle costruzioni. Le facciate delle pi� recenti sono decorose e presentano spesso ampie vetrate o elementi prefabbricati in calcestruzzo.
Recentemente sono state ristrutturate diverse palazzine di uffici che in genere si affacciano sulla strada. I capannoni invece appaiono maggiormente segnati dal tempo, soprattutto quelli realizzati in lamiere: i giunti presentano diverse zone intaccate dalla ruggine. Quest�ultima testimonia spesso periodi di abbandono dell�attivit� industriale del capannone e successive riprese.
L�aspetto pi� degradato della zona � costituito senz�altro dal disordine dei cortili interni, dove rottami si alternano a misteriosi bidoni e contenitori vari spesso in pessime condizioni di conservazione.
Sospettiamo numerose mancanze in osservazione alle leggi vigenti nello stoccaggio di rifiuti, di sottoprodotti dell�attivit� industriale (vedi foto n. 18)
Zona residenziale
Il Centro storico � strutturato come un borgo con tipiche costruzioni in linea o a corte addossate le une alle altre con inaspettati giardini e cortili all�interno. Caratteristici sono i muri che circondano il Castello e le ville pi� antiche, costruiti con pietre di fiume, disposte secondo varie geometrie. Mentre la piazza centrale, quella su cui si affaccia il Castello e la chiesa di San Martino Vescovo, � stata di recente restaurata secondo i colori storici e la passata architettura del paese (vedi foto n. 7), alcuni edifici risultano in uno stato di evidente degrado ed in alcuni casi di abbandono (vedi foto n. 8).
Sono concentrate in questa zona le attivit� commerciali e di servizio.
L�abitato pi� recente � suddiviso in due zone chiamate rispettivamente Villaggio Albaserena, situato tra la provinciale ed il torrente Sangone, e Villaggio Marinella adiacente alla zona industriale.
Sorti quasi in contemporanea, presentano per� notevoli differenze nella geometria della struttura dell�edificato ben evidenziato dal reticolo stradale: nel primo caso le strade sono quasi perpendicolari tra loro, ampie e dotate spesso di marciapiedi, nel secondo caso sembra quasi mancare una pianificazione con un�evidente disordine dell�edificato servito da strade strette e tortuose con scarsa manutenzione.
Entrambe i villaggi sono dotati di servizi minimi (scuola elementare, negozi alimentari, edicola, bar, ...).
Gli edifici presenti sono costituiti da uno o due piani, spesso mansardati, con stili architettonici diversi, pi� o meno sfarzosi e con giardini per lo pi� curati e/o coltivati ad orto.
Descrizione della situazione ambientale della zona
Il territorio nei dintorni di Bruino, � disseminato di imprese industriali ed artigianali caratterizzate dalle pi� svariate specializzazioni. Molte sono quelle che trattano nelle loro lavorazioni sostanze pericolose quali solventi, vernici, oli, metalli pesanti... accanto a ditte di produzione alimentari, casearie, agricole, ortofrutticole, e di allevamento particolarmente sensibili agli inquinamenti ambientali.
Le ditte e le lavorazioni a pi� alto rischio ambientale sono qui di seguito elencate:
OMA (vedi scheda n. 2)
Chimica Industriale (vedi scheda n. 3)
Servizi Industriali (l�impresa che ha tra l�altro trattato i rifiuti della Zanobia e probabilmente tratter� alcuni rifiuti dell�Acna).
Tali ditte costituiscono due dei circa venti siti ad alto rischio di incidente rilevante di tutta Italia e manca un piano di emergenza nella eventualit�, neanche tanto remota, di un incidente.
Nel 1996 � esploso un serbatoio di stoccaggio. L�oggetto in questione � stato lanciato dall�esplosione oltre la recinzione dell�industria chimica, fortunatamente senza fare vittime.
L�impianto in questione si trova a met� strada tra l�abitato di Rivalta e Bruino ovvero a poche centinaia di metri dai centri abitati ed insiste sul territorio del Parco Regionale Po - Sangone
di recente istituzione.
Il gigantesco impianto della FIAT occupa terreni appartenenti a tre comuni diversi (Rivalta, Piossasco, Volvera), Bruino � solo poco pi� a Nord Ovest (vedi cartina).
Numerose sono le discariche pi� o meno controllate sorte un po� ovunque. In quella di Beinasco in particolare i gas biogenerati fluiscono attraverso il terreno nelle cantine di edifici posti anche a notevole distanza. Quella di Orbassano (Via dei Fraschei, vedi scheda n. 5) che ha creato un grave inquinamento da solventi clorurati e morchie di verniciatura del suolo e forse solo della prima falda.
Il SITO. Si tratta di un imponente scalo ferroviario in continua evoluzione, nel quale oltre al normale transito ferroviario verr� effettuata la delicata operazione di rimozione dell�amianto dai vagoni ferroviari gi� da tempo ivi stoccati.
Procede a ritmi forzati la costruzione del nuovo CAAT (centro agro-alimentare di Torino), collocato a poca distanza dalla Servizi Industriali, dal Sito, dal nuovo autoporto e da numerose industrie.
L�amministrazione Regionale e Provinciale prevede di collocare in zona un inceneritore per rifiuti solidi ospedalieri (RSO) e/o un impianto di termovalorizzazione degli RSU. Il tutto a brevissima distanza dal CAAT di cui sopra.
La situazione del torrente Sangone.
Le captazioni lasciano spesso all�asciutto il letto del fiume (vedi foto 27), esaltando l�effetto di alcuni scarichi industriali incontrollati (vedi scheda n. 5). Il corso d�acqua � stato e sar� ancora oggetto di sistemazioni fluviali basate su progettazioni di ingegneria idraulica atte al miglioramento e alla sicurezza degli abitati e delle nuove zone industriali che stanno nascendo ed alla prevenzione di eventi alluvionali ed al dissesto idrogeologico. Si fa spesso uso di tecniche di ingegneria naturalistica, ma forse spesso solo a parole, mentre si progetta di mutare il percorso del torrente sopprimendo un ansa particolarmente accentuata. Il motocross � un�attivit� "sportiva" molto praticata, vengono sul Sangone anche da lontano (vedi scheda n. 6).
Nella zona del comune di Bruino e della Bassa Valle del Sangone � previsto, da una delle varianti del progetto di Alta Velocit� Torino-Modane, il passaggio della linea ferroviaria. Questo comporterebbe un ulteriore impatto ambientale.
Dal punto di vista naturalistico
Da questo punto di vista segnaliamo la presenza del Parco Po-Sangone, di recente istituzione che copre l�asta del torrente Sangone fino a Bruino compreso.
Possiamo inoltre notare come il nostro Comune sia inserito in un territorio che, se per alcuni versi presenta delle serie problematiche, dall�altra � ricco di zone di una certa rilevanza ambientale: la Collina Morenica di Rivoli-Avigliana nella quale abbiamo individuato un biotopo di particolare interesse (vedi scheda n. 1, la relazione allegata e la foto a pag. 2), il Parco dei Laghi di Avigliana sito di nidificazione per molti volatili in primavera ed estate ma che in inverno diventa tappa per molti migratori, ed infine il Parco del Monte San Giorgio (vedi foto di S. Valeriano nel capitolo dedicato alle foto storiche; il Santuario � immerso nella pineta) che, nonostante sia caratterizzato da un bosco artificiale di pini neri in pessime condizioni a causa dell�attacco di funghi parassiti e della processionaria, attrae ancora molti gitanti ed appassionati della natura.
Poco lontano troviamo anche il Parco Regionale Orsiera-Rocciavr�, che ingloba una certa porzione della Val Sangone e raggiunge valenze naturalistiche di notevole pregio; basti pensare allo stambecco, reintrodottovi da alcuni anni.
Osservazioni al PRGC 1995
La fascia di rispetto del pozzo nella zona industriale non � stata rispettata. La presenza di industrie insalubri (ai sensi di legge - vedi nota legale) in promiscuit� all�interno di questa fascia, mette il pozzo in condizioni di pericolo.
La fascia di rispetto del cimitero non � stata rispettata.
Non crediamo alle rosee previsioni dell�Amministratore Comunale per quanto riguarda la crescita demografica ed al relativo incremento della cementificazione. Pensiamo che l�attuale territorio edificato, oltre il 60%, abbia gi� superato un limite logico di sviluppo.
Nel tempo a causa di ditte a rischio (ex SIPCA) ed al naturale disordine urbanistico di alcune aree, pensiamo che il territorio del Comune di Bruino abbia adeguatamente corrisposto alla necessit� di sviluppo. Un ulteriore espansione comporterebbe, se sommato a quello dei comuni adiacenti, un eccessivo carico di mezzi sull�unica statale che porta a Torino. La strada ha raggiunto negli ultimi anni un livello di traffico talvolta congestionato con code ed incidenti.
Data l�elevata pericolosit� delle strade ogni mezzo ecologico (bicicletta, piedi) � fortemente limitato. L�incremento del numero di veicoli che transitano comporter� inoltre un disturbo ancor pi� sensibile al Comune di Rivalta gi� oppressa dalla circolazione di troppe autovetture.
La zona centrale del paese di Rivalta appare attualmente la via pi� breve per raggiungere Torino ed il rialzamento degli incroci appare poco limitante. Sarebbero necessari altri interventi (es. regolazioni diverse del temporizzatore dei semafori, tempi pi� brevi per chi proviene dal centro di Rivalta.
ELABORAZIONE DEI DATI
Anno 1955 1979 1995
Superficie (ha) 18,4 164 288
Superficie (% dei 600 ha) 3,1 27,3 48
Incremento anni 55 - 79 79 - 95 55 - 95
Calcolo 27,3 - 3,1 48 - 27,3 48 - 3,1
Incremento % 24,2 % 20,7 % 44,9 %
Superficie del solo Comune di Bruino: 559 ha
Superficie edificata: 283 ha
Percentuale di superficie costruita: 50,6 %
Anno 1955 1979 1995
Abitanti 1271 4968 6502
mq di superficie edificata per abitante 145 330 443
Abbiamo inoltre riconsiderato circa 50 km di strade asfaltate (ad es. la provinciale!) non valutate in precedenza; per queste supponiamo una larghezza media di 6,5 m. Valutando quindi questa nuova superficie, la percentuale di territorio "consumato" sale al 53,4% sui 600 ha presi in considerazione nel nostro studio, e al 56,4 % della superficie del Comune.
IL CALCOLO DELLA CUBATURA
Per il calcolo della cubatura abbiamo suddiviso l�area edificata in lotti sulla base delle tipologie edilizie ed alla loro funzione. I coefficienti (K), per l�estrapolazione della reale superficie edificata di ogni lotto, sono stati ricalcolati per ogni tipologia edilizia individuata ed adattati di volta in volta alla reale estensione dell�edificio.
Per quanto riguarda la cubatura vuota, possiamo affermare che se nella zona industriale, nei mesi primaverili, era possibile trovare capannoni da affittare, negli ultimi mesi i locali disponibili sono stati occupati nella loro quasi totalit�.
Le oscillazioni nel tempo sono dovute alla passata crisi economica, che ha costretto molte aziende a chiudere. Con la ripresa nuove e vecchie imprese hanno ripreso a produrre magari negli stessi capannoni momentaneamente abbandonati.
Attualmente due capannoni restano inutilizzati.
Alla luce di quanto detto, omettiamo il calcolo della cubatura vuota in quanto la superficie dei capannoni non supera lo 0,05 % della superficie totale edificata.
La cubatura totale calcolata �: 6.993.998 metri cubi